Ricomincia la Musica

editoriale di Bebo Moroni

Ebbene sì, 

ricominciamo ad ascoltare, a guardare, a osservare, ad annusare. Insomma a vivere delle nostre passioni. Che le passioni quando non sono morbose o malate, sono la parte più sana e cospicua della nostra vita. Innamorarsi. L’arte è innamoramento, non fredda costatazione. La musica, la delizia della sua riproduzione, l’emozione del suo ascolto dal vivo, sono trasporto e meditazione, sturm e pure drang, e ancora piccole e grandi commozioni, sogni, pensieri, voli pindarici e meditazioni profonde.

Questo non vuole -come non è mai stato, ma ora ancor meno- luogo di fredda analisi e scontri tra tifoserie, bensì luogo degli affetti e del pensiero, luogo della dialettica civile. Non della descrizione ma della compenetrazione.

Un luogo per rilassarsi, acquisire, imparare, ripassare. O più semplicemente godere della lettura, evocativa delle sensazioni che poi solo voi potrete sperimentare sul campo.

Noi ve le raccontiamo, con le parole, le immagini e i numeri. Con la nostra passione, temperata o mediata dalla nostra esperienza.

Siamo qui per stare bene, non per farci il sangue cattivo. E questo lo notate sin dall’aspetto grafico, frutto del lavoro sapientissimo di due persone straordinarie: Antonella Pizzetti e Massimo De Sanctis. A loro, io che sono maniacale nella cura delle vesti grafiche delle mie rivista, ho dovuto solo offrire pochi spunti. Poi mi hanno letto nel pensiero. Come mai forse era accaduto.


Quanto vi ho sinora detto forse vi chiarirà anche il perché di un silenzio così prolungato. Ma è bene non pretendere che tutto sia chiaro a tutti, anche perché avremo nuovi lettori e ne avremo tanti.

Videohifi.com è nata diciott’anni fa da uno spunto geniale di Sergio Vitangeli, dalle riflessioni comuni, dal mio desiderio di avere una rivista online, che non fosse newsgroup o forum (al tempo non si parlava ancora di “social”), non mero sito ma proprio “rivista rivista”, fatta di pagine e copertine. E così fu. E così fu immediatamente grande successo. Immediatamente. Un successo che levitava a ritmi da record. Negli ultimi tempi della nostra presenza online, videohifi e annesso forum (senza calcolare il “mercatino” più affollato ed efficace d’Europa, senza calcolare videohifishop), totalizzavano la cifra record di 2.700.000 utenti unici l’anno ( due milioni e settecentomila!!!) il che vuol dire che anche calcolando tutti quelli che passavano e non tornavano, a esser proprio pessimisti, avevamo 500.000 utenti attivi al mese. Sgrossando, qualcosa come oltre 40.000 lettori mensili. Cifre da Espresso o Panorama. Non so se mi spiego…

Allora torniamo un po’ indietro e cerco di farvi capire dove voglio andare a parare.

Videohifi, è nata sei mesi prima di Facebook. Nello stesso anno. Sia io e Sergio, che Zuckemberg, siamo stati preveggenti. Ma come spesso mi è accaduto nella vita, come spesso accade a coloro che hanno creatività e curiosità, ero un po’ troppo in anticipo: distributori, produttori, costruttori non erano ancora pronti all’online. E io non potevo emettere “future”, né avevo finanziatori. Ma caparbiamente siamo andati avanti. Offrendo un  prodotto di una qualità altissime, firme di primissimo piano, un laboratorio tecnico avanzato, e tanta tanta voglia che faceva superare la fatica.

Certo abbiamo dovuto combattere con le insidie del “gratuito” e con un senso forse troppo ampio della democrazia (abbiamo fatto più e più referendum tra i lettori, ponendo il quesito “pubblicità o abbonamento” e la risposta era invariabilmente nel mezzo. Poi abbiamo tentato la via della sottoscrizione volontaria, una parvenza lontana di successo la prima, una grande delusione le altre. E oltretutto dover rispondere costantemente alle stolide domande: “ma se io sottoscrivo, poi cosa ci fate con questi soldi”? (E che ci dobbiamo fare? Ci paghiamo i server, i grafici, i redattori…), “Ma si può avere una rendicontazione” ( e che sei socio? C’hai le azioni? Mettiti le manine in tasca che passi qui giorno e notte). E forse un eccesso di liberalità con taluni “associati” che ogni volta che volevamo dare una svolta verso un giusto tornaconto dello sforzo, essendo loro garantiti, diciamo che (anche comprensibilmente per carità) “non si volevano sporcare le mani”, cioè immergersi nelle problematiche e nelle pratiche burocratiche che comporta gestire un’azienda.

Tutto ciò per dirvi che? Che ho dovuto fare una lunga riflessione e ripensare tutto. E dico ciò perché a qualcuno sarà sembrato assurdo mettere in naftalina per quasi due anni, una rivista al culmine del successo. Ma era necessario. E anche per dirvi, che videohifi, non sarà più gratuita. Le formule ve le spiegheremo poi. Accessibile a tutti, ma non gratuita. Perché il lavoro e la qualità si pagano. Se non si pagano vuol dire che c’è qualcosa sotto.

Ricominciamo ad ascoltare. Ricominciamo a leggere

Bebo Moroni

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